Tisane e Naibi - l' arcaico gioco del raccontarsi.
TISANE E NAIBI.
Sembra strano eppure oggi
è diventato molto semplice condividere momenti della propria vita, anche quelli
pù intimi e a volte dolorosi,a qualunque ora e in qualunque forma: una frase,
una foto, un commento..Basta avere un cellulare, un pc, un tablet, aprire un
social qualunque e cominciare a raccontarsi. La tecnologia è il
mediatore..Nasconde, trasforma, amplifica, fa una cosa e allo stesso tempo il
suo contrario.. E una versione molto moderna di quello che si faceva in un modo
completamente diverso,ma anche sano, un
tempo : condividere con la comunità.
Nel 2018 , a parte
qualche eccezione, la comunità è decisamente virtuale con tutte le conseguenze
che ciò comporta e di cui bene o male siamo tutti a conoscenza. Però c’è un fattore importante che ancora
persiste ed è quello della condivisione. Il fatto che si abbia tanto bisogno di
parlare di se stessi e della propria vita (anche se troppo spesso lo si fa in
maniera esaltata) è la riprova del bisogno dell’uomo di avere una comunità a cui
fare riferimento, di non sentirsi solo. Nonostante tutta la tecnologia del
mondo persiste ancora l’idea di “condivisione” e anche se un po distorto di
sostegno reciproco. E questa potrebbe essere la chiave per ricominciare tutto
da capo.
Quello che vi proponiamo
è semplicemente rispolverare questo vecchio ma fondamentale concetto del
sostegno reciproco in un modo tranquillo e sereno: una chiacchiera davanti ad
una calda tisana della nostra Casa delle Erbe e utilizzando un antico ma sempre
efficace gioco che apre la possibilità
ad un modo di raccontarsi e confrontarsi con gli altri diverso e arcaico allo
stesso tempo: i Naibi, le carte da gioco.
Create dagli arabi, si dice, come
intrattenimento, giunte in Occidente si sono colorate di nuove sfumature e impieghi
soprattutto presso le corti medievali italiane dove, addirittura, venivano
interrogate per conoscere il futuro..ma sempre per gioco! Da allora di strada
ne hanno fatta, sono finite anche in un bellissimo racconto di Italo Calvino
“Il castello dei destini incrociati” che
ha ispirato l’idea di questi incontri.
Nel libro l’autore parla
di un gruppo di sconosciuti che, giunti ad un castello in una radura e rimasti
privi della voce, si raccontano agli
altri semplicemente scegliendo i “trionfi” per loro più significativi e
disponendoli in modo da raffigurare la propria storia. Una storia raccontata senza voce..
Noi non abbiamo un
castello aimè, ma la voce si e le storie anche. Vi aspettiamo per ascoltare le
vostre. In una società individualista e tanto social, ritagliare un piccolo
cerchio di pace formato da persone in carne ed ossa.
Angelica Casciano
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