De Ornatu Mulierum - la cosmesi secondo Trotula de Ruggiero Medichessa Salernitana



Un donna benestante, della Salerno medioevale, è l' autrice di quello che oggi definiamo uno dei primi testi dedicati alla cosmesi femminile il  “De ornatu mulierum ” (Trotula Minor). 
Trotula de Ruggiero, medichessa e magistra della Scuola Medica Salernitana, visse nel XI secolo, dedicò le sue ricerche ai disturbi e le patologie delle donne e si affermò in tutta Europa attraverso  i suoi Trattati che divennero oggetto di studi nelle Scuole Mediche più rinomate dell' Epoca.
 Il "De ornatu mulierum" è un' opera che spazia dalle semplici ricette per come curare la pelle, all’arte di tingere i capelli, dal metodo di sbiancamento dei denti, al sistema di rimuovere le borse dagli occhi, dal trucco delle labbra a quello degli occhi. Non mancano riferimenti all’igiene del corpo, alle problematiche ginecologiche; tra i tanti rimedi colpisce il sistema di eliminare il cattivo odore della bocca nelle donne saracene, utilizzando delle erbe da trattenere nelle guance e nel cavo orale durante la notte. Parliamo del primo vero manuale di cosmesi, contenente le formule più originali che la medichessa aveva raccolto durante le sue esperienze di studi e ricerche al servizio del benessere femminile. 

 Il lavoro riporta 96 piante e derivati, 20 preparati di origine animale e derivati, 17 minerali e 6 preparati misti, per un totale di 63 ricette, in grado di ottenere altrettanti rimedi a scopo cosmetico e/o medicinale.
Per Trotula  la bellezza è il segno di un corpo sano e della sua armonia con l'universo: le erbe medicamentose, le pomate naturali, i bagni, i massaggi sono tutti metodi curativi utili a qualunque donna per vivere in maniera serena il rapporto con il proprio corpo e di conseguenza quello con la propria psiche.

Per colorare le guance:
  “si prendano radici di brionia rossa e bianca, le si lavino, e tritino finemente e le si mettano ad essiccare. Di poi le si riducano in polvere e si mescolino ad acqua di rose, e con un panno di cotone o di lino molto sottile, si unga il viso che acquisirà un certo rossore. Per la donna che mostra un colorito bianco naturale, le si dona un colorito rosaceo se le occorre rossore, così che con un tipo di pallore finto o mascherato il colorito rosso appaia come se fosse naturale”.

Per i capelli  corteccia di Sambuco, fiori di ginestra, zafferano e tuorlo d'uovo, miscelati insieme creavano una miscela utile per rendere biondi i capelli oppure per colorare le labbra bastava strofinare la corteccia delle radici dell' albero di noce e per schiarire la pelle del viso consigliava un unguento a base di cera ed oli.



 "Se una donna vuole avere i capelli rossi e folti, se li lavi spesso con questa lavanda: aggiungi della celidonia a trucioli e foglie di bosso; aggiungi ancora agrimonia cotta a lungo; dopo di che bisogna prendere una pentola dal fondo minutamente bucherellato, con sopra, ben aderente, un panno bianco su cui si dispone uno strato di cumino, un altro di paglia tritata con prevalenza d'orzo, un terzo di trucioli o foglie di bosso; la quarta zonala fornisca l'ipia, la quinta la celidonia; quindisi disponga un filtro duplice, triplice o quadruplice, costituito da sabbia fine, polvere di liquirizia, cenere di frassino o di vite. L'acqua va colata attraverso la pentola suddetta e i capelli, lavati spesso con questa lavan-da, vanno avvolti finché siano asciutti. Così, in breve tempo, diventeranno meravigliosamente belli. Quando è il mometo di pettinarli, vanno sparsi sopra questi ingredienti, ridotti in polvere fine: chiodi di garofano, noce moscata, rosa essiccata, galanga, e ancora costo, pepe, cardamomo, cannella. Dopo aver lavato i capelli con questi ingredienti aggiungendo acqua di rose, si pettini avendo cura di inumidire anche il pettine. Se si aggiunge muschio, se ne acquisterà in pregio". 
 Per il corpo Trotula  insegna come preparare l’acqua di rose per avere sempre il corpo ben profumato. La medichessa consigliava di fare polvere di rose secche, chiodi di garofano, noce moscata, crescione d’acqua e galanga maggiore. In seguito diceva "lascia che tutti questi, una volta ridotti in polvere, vengano mescolati con acqua di rose". Per il sudore maleodorante invece consigliava di preparare i panni imbevuti di vino dentro il quale sono state bollite le foglie di mirtillo.



Molte delle piante menzionate nel " De ornatu mulierum" così come in altre opere di Trotula, utilizzate sia per scopi cosmetici che medicinali, crescevano spontanee, nel XIV sec cominciarono ad essere coltivate, insieme con altre di origine mediorentale, nei Giardini della Minerva di Salerno.




China Aresu
Presidente Namartè

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Riferimenti Bibliografici:
 The First Cosmetic Treatise of History. A Female Point of View, di Paolo Cavallo, International Journal of Cosmetic Science, 2008, pmid=18377616.
  De curis mulierum, in: Trotula. Un compendio medievale di medicina delle donne, M. H. Green (cur.), Firenze 2009
Trotula. Un compendio medievale della medicina delle donne, M. H. Green (cur.), Firenze 2009. 

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